Se dovessi elencare in tre punti in che cosa consiste il controllo di gestione, direi senza dubbio che è l’unico sistema che permette a un’impresa (non solo familiare) di:
- Definire obiettivi concreti e raggiungibili a breve e a lungo termine, grazie ad attività come la progettazione dei piani previsionali;
- Analizzare l’andamento aziendale con analisi a scadenza per misurare i risultati e ricalibrare gli obiettivi sulla base delle risorse e delle valutazioni svolte;
- Ottimizzare le risorse economiche aziendali, misurando le prestazioni delle varie aree aziendali e prendendo decisioni per migliorare efficienza e organizzazione.
Il controllo della gestione, dunque, permette di conoscere la natura e l’entità di ogni singolo costo, di conoscere i limiti e le potenzialità dei propri asset produttivi, di poter prendere decisioni e di poter ricercare nel mercato alternative alle attuali strategie.
Compresa l’importanza di questi importantissimi passaggi, lo step successivo è quello legato alla condivisione.
Sì, perché il controllo di gestione, per poter funzionare, deve coinvolgere tutte le persone che operano all’interno dell’azienda.
Deve essere la base di partenza per prendere decisioni e per fissare obiettivi aziendali che siano misurabili.
Questo è ancora più vero oggi che l’imprenditore è chiamato a guidare non solo l’azienda, ma anche il suo team di lavoro: per questo è indispensabile costruire un “gergo aziendale” condiviso e orientato al perseguimento di specifici obiettivi.
Se ti interessa questo argomento ne parlo anche nel mio nuovo e-book “Imprese familiari: passaggio generazionale.”